Nel processo di piano condotto a Bologna la partecipazione rappresenta un elemento costante ed un aspetto qualificante per la condivisione delle scelte e la costruzione del futuro della città. Sin dalla fase preliminare che ha preceduto l’elaborazione del Piano Strutturale Comunale (PSC), l’informazione, l’ascolto attivo e la partecipazione allargata della cittadinanza sono state parte integrante e si sono affiancate al percorso di concertazione istituzionale che ha accompagnato la redazione del Quadro conoscitivo e del Documento preliminare.
In questa fase l’operato dell’Urban Center Bologna ha costituito un importante contributo per l’azione di coinvolgimento, non solo dei cittadini (sia in qualità di singoli che come associazioni) ma anche degli attori locali e dei portatori di interessi, attraverso il forum cittadino “Bologna città che cambia”, svoltosi tra aprile 2005 e maggio 2006.
In seguito all’adozione del PSC (luglio 2007) l’Urban Center ha poi avviato una nuova fase del percorso partecipativo con il forum “Bologna si fa in sette”, che ha svolto un’azione di supporto alla formulazione delle osservazioni al Piano Strutturale, rivolgendosi prevalentemente ai portatori di interesse tecnicamente assistiti.
L’attenzione rivolta ai processi inclusivi e partecipativi, all’informazione, alla trasparenza delle procedure, delle regole e delle modalità di attuazione delle strategie definite dal Piano viene codificata dall’articolo 40 del Quadro normativo del PSC, che formalizza obiettivi, soggetti, ruolo e strumenti dell’informazione, il ricorso a pratiche di consultazione e progettazione partecipata ed ai concorsi di architettura.
In questa logica, già a partire dal 2005, l’Amministrazione Comunale ha attivato, di concerto con i Quartieri, otto laboratori di progettazione partecipata. Ad eccezione del Laboratorio Nord Ovest, promosso per approfondire il confronto su tematiche inerenti la produzione di energia e la qualità dell’aria nei quartieri Porto e Reno, gli altri sette laboratori si configurano come esperienze finalizzate a progettare con la cittadinanza una serie di spazi urbani di varia tipologia ed estensione. Adottando come elemento qualificante il genere di intervento previsto, è possibile riconoscere due tipi di laboratori:
- laboratori costituiti per progettare rilevanti trasformazioni urbane (Mercato, Croce del Biacco, Bolognina Est);
- laboratori attivati per riqualificare spazi verdi e/o aree non utilizzate (Via Larga, San Donnino, Villa Bernaroli, Ripensare l’area della Montagnola).
Focalizzando l’attenzione sul primo tipo di laboratori, è possibile constatare come queste tre esperienze abbiano accompagnato l’intero iter di formazione degli strumenti che compongono il nuovo piano di Bologna.
Avviato nel marzo 2005, il Laboratorio Mercato si è articolato in due fasi distinte: la prima (marzo-giugno 2005) si è svolta parallelamente all’elaborazione del Documento Preliminare, della Valsat e del Quadro conoscitivo; la seconda (settembre 2006-febbraio 2007) è stata condotta durante l’elaborazione del PSC.
Nell’aprile 2007, due mesi dopo la conclusione del Laboratorio Mercato, ha preso il via il Laboratorio Croce del Biacco che, dopo aver accompagnato l’ultimo periodo di elaborazione del PSC, si è concluso nel maggio 2008, ovvero in prossimità dell’approvazione del piano strutturale (luglio 2008).
Infine si è svolto il Laboratorio Bolognina Est che, avviato a PSC vigente (novembre 2008), ha di fatto informato la redazione del Piano Operativo Comunale (POC) approvato nel maggio 2009.
La successione cronologica dello svolgimento dei i tre laboratori in relazione alle fasi di elaborazione del piano è paradigmatica per comprendere come sia possibile declinare ed integrare la strutturazione dei percorsi partecipativi nei processi di pianificazione generale. A seconda dei casi, infatti, il laboratorio di progettazione partecipata ha rappresentato:
- uno strumento per ridiscutere, aggiornare e mettere in coerenza le trasformazioni urbane in atto, o comunque già pianificate, con la costruzione del quadro strutturale e le strategie proposte dal Piano (è il caso del Laboratorio Mercato, inserito nel PSC come Ambito in trasformazione);
- uno strumento utile a verificare e ricalibrare gli interventi ipotizzati per gli scenari definiti dal Piano (è il caso del Laboratorio Croce del Biacco, attivato per la progettazione degli interventi di riqualificazione diffusa previsti per l’omonima Situazione individuata dal PSC);
- uno strumento per mettere in atto le strategie definite dal Piano (è il caso del Laboratorio Bolognina Est, attivato per la progettazione unitaria dell’omonimo Ambito da riqualificare, all’interno della Situazione Bolognina e tassello della più ampia strategia della Città della Ferrovia).
In particolare, i percorsi partecipativi di Croce del Biacco e della Bolognina Est sono stati coordinati dall’Urban Center Bologna. Attraverso l’organizzazione delle attività di questi due laboratori, la struttura bolognese ha favorito la messa a sistema di saperi e conoscenze utili ad avviare due trasformazioni urbane che, benché diverse per scala territoriale e complessità di intervento, possono essere accomunate dalla forte domanda di riqualificazione dello spazio urbano, di acquisizione di nuovi valori identitari e di sostenibilità, di riconnessione con la città.
Due sembrano i principali motivi di interesse per le esperienze sperimentate in questi due laboratori.
In primo luogo, la possibilità per il percorso partecipativo di “fare sistema” con il quadro strategico di medio periodo definito dal piano urbanistico locale. In tal senso va messo in evidenza come la strutturazione dell’attività di partecipazione, seguendo quanto previsto dall’art. 40 del Quadro normativo del PSC, ha prodotto una serie di documenti ed elaborati che hanno permesso a queste due trasformazioni urbane di essere inserite nello strumento operativo comunale (POC), integrando le prescrizioni e le indicazioni in esso contenute .
In secondo luogo, la conferma del fatto che gli interventi di rigenerazione urbana, per essere condivisi con la cittadinanza, implicano modelli organizzativi di coordinamento e gestione del ciclo lungo della trasformazione. A tal proposito è significativa la richiesta espressa dai due laboratori di assicurare al processo un costante livello di attenzione e un soggetto sul territorio capace di produrre una mappa delle risorse e di favorire gli incontri al fine di coagulare le esperienze già sperimentate. In questo quadro si colloca il Tavolo di confronto creativo prospettato come strumento per proseguire i lavori del Laboratorio Bolognina Est, una sorta di presidio che lo stesso Rapporto conclusivo del laboratorio suggerisce “nella forma di un piccolo Urban Center”.