Da una ricognizione speditiva delle esperienze consolidate di Urban Center a livello internazionale, in genere, si riscontrano notevoli divergenze nelle interpretazioni di volta in volta adottate nei diversi contesti culturali, talvolta anche all’interno dello stesso Paese. Ciò che fa la differenza, tuttavia, è riconducibile al diverso ruolo che i soggetti ispiratori attribuiscono ai Centri.
Se ci si colloca nello schema classico del processo di pianificazione, incardinato sull’attore pubblico (come, in gran parte, in Italia), gli Urban Center sono ancora largamente promossi dalla municipalità locale e sono funzionali al suo governo della città e del suo territorio; talvolta sono frutto di una partnership pubblico-privato, ma con un ruolo coordinatore del primo, anche se negli ultimi tempi la composizione del panel dei soggetti ispiratori e finanziatori si muove verso forme anche complesse di partenariato pubblico-pubblico e pubblico-privato.
Diverso il caso dei contesti anglosassoni (USA in particolare) ove gli Urban Center presuppongono un soggetto istituzionale debole o comunque interprete non esclusivo delle politiche pubbliche. In quelle condizioni la promozione al livello degli aspetti comunicativi corrisponde, sul piano decisionale, all’apertura a una pluralità di soggetti (a pochi attori strategici in versione ristretta, oppure ai portatori d’interesse anche diffuso in quella più ‘inclusiva’) che si tratta di coordinare più che pilotare.